lunedì, maggio 19, 2008
Pistorius: "Ho vinto, comincia un viaggio stupendo"
Non me l'ero dimenticato. Anzi, per puro caso, mi trovavo alla conferenza stampa post annuncio.
Dal Manifesto di sabato (17/5):
Intervista allo sprinter dopo la sentenza. "E' un giorno meraviglioso per me e per lo sport"
Pistorius, ha vinto la sua battaglia. Potrà correre ai Giochi con i normodotati.È il giorno più bello della mia vita ma anche un giorno meraviglioso per lo sport. Sono stati mesi durissimi, di grande tensione. Si è chiuso un brutto viaggio e ne comincia uno stupendo. Ora posso ricominciare a inseguire il mio sogno, partecipare alle Olimpiadi.
La Federazione internazionale aveva torto nei confronti suoi e dei disabili.
Io non mi considero né disabile né normodotato, sono uno sprinter e così la gente mi deve vedere. Lo sport deve unire, non dividere. E nemmeno giudicare. Si è speculato moltissimo sui presunti vantaggi che le protesi mi avrebbero garantito, ma sono in molti a usarle e nessuno raggiunge i miei livelli. Spero che questa sentenza zittisca le folli teorie sul fatto che corro con un vantaggio sleale. Di sicuro riapre le porte dell'atletica ai disabili. La Iaaf, d'ora in poi, dovrà valutare caso per caso quanto la «meccanica» possa incidere sulla prestazione dell'atleta. A Losanna, il Tas ha preso in considerazione la globalità del problema, non solo l'aspetto tecnologico. Non sarà più possibile escludere un atleta a priori.
Ora dovrà guadagnarsi la qualificazione per Pechino. Il minimo sui 400 è fissato a 45''55, deve abbassare il suo record di un secondo. E non c'è molto tempo.
La bellezza dello sport è riuscire a migliorarsi, ho grandi speranze anche se sarà durissima. Mi aspettano settimane di intenso lavoro per tornare in forma. Ho saltato la stagione in Sudafrica e un paio di corse internazionali, ho tempo fino a luglio e ci proverò fino in fondo. L'obiettivo è grandissimo.
La sua vita sta per essere stravolta?
Dovrò allenarmi e basta. Domenica rientrerò in Sudafrica e a fine giugno tornerò in Europa per gareggiare. Mi attendono due gare di qualificazioni alle Paralimpiadi, in Olanda e Germania, dove dovrei ottenere i tempi minimi per 200 e 400 metri; poi sarò a Milano, il 2luglio, e a Roma, per il Golden Gala, l'11. Ho altre offerte per un terzo meeting, dovrei andare a Lucerna. Lì mi giocherò l'accesso ai Giochi.
E se non ce la facesse a qualificarsi?
Non sarebbe un dramma. Se non sarà Pechino, sarà Londra nel 2012. Mi basta correre perché mi fa sentire libero di esprimere le mie emozioni e la mia aggressività a prescindere che sia davanti a migliaia di spettatori o in uno stadio vuoto.
Non crede che Pechino possa essere la sede meno indicata per la sua impresa? Le violazioni dei diritti umani, la censura e la repressione in Tibet sembrano stridere con la realizzazione del suo sogno.
Ve l'ho detto, lo sport deve unire. La politica deve restarne fuori.
Amen
Dal Manifesto di sabato (17/5):
Intervista allo sprinter dopo la sentenza. "E' un giorno meraviglioso per me e per lo sport"
Pistorius, ha vinto la sua battaglia. Potrà correre ai Giochi con i normodotati.È il giorno più bello della mia vita ma anche un giorno meraviglioso per lo sport. Sono stati mesi durissimi, di grande tensione. Si è chiuso un brutto viaggio e ne comincia uno stupendo. Ora posso ricominciare a inseguire il mio sogno, partecipare alle Olimpiadi.
La Federazione internazionale aveva torto nei confronti suoi e dei disabili.
Io non mi considero né disabile né normodotato, sono uno sprinter e così la gente mi deve vedere. Lo sport deve unire, non dividere. E nemmeno giudicare. Si è speculato moltissimo sui presunti vantaggi che le protesi mi avrebbero garantito, ma sono in molti a usarle e nessuno raggiunge i miei livelli. Spero che questa sentenza zittisca le folli teorie sul fatto che corro con un vantaggio sleale. Di sicuro riapre le porte dell'atletica ai disabili. La Iaaf, d'ora in poi, dovrà valutare caso per caso quanto la «meccanica» possa incidere sulla prestazione dell'atleta. A Losanna, il Tas ha preso in considerazione la globalità del problema, non solo l'aspetto tecnologico. Non sarà più possibile escludere un atleta a priori.
Ora dovrà guadagnarsi la qualificazione per Pechino. Il minimo sui 400 è fissato a 45''55, deve abbassare il suo record di un secondo. E non c'è molto tempo.
La bellezza dello sport è riuscire a migliorarsi, ho grandi speranze anche se sarà durissima. Mi aspettano settimane di intenso lavoro per tornare in forma. Ho saltato la stagione in Sudafrica e un paio di corse internazionali, ho tempo fino a luglio e ci proverò fino in fondo. L'obiettivo è grandissimo.
La sua vita sta per essere stravolta?
Dovrò allenarmi e basta. Domenica rientrerò in Sudafrica e a fine giugno tornerò in Europa per gareggiare. Mi attendono due gare di qualificazioni alle Paralimpiadi, in Olanda e Germania, dove dovrei ottenere i tempi minimi per 200 e 400 metri; poi sarò a Milano, il 2luglio, e a Roma, per il Golden Gala, l'11. Ho altre offerte per un terzo meeting, dovrei andare a Lucerna. Lì mi giocherò l'accesso ai Giochi.
E se non ce la facesse a qualificarsi?
Non sarebbe un dramma. Se non sarà Pechino, sarà Londra nel 2012. Mi basta correre perché mi fa sentire libero di esprimere le mie emozioni e la mia aggressività a prescindere che sia davanti a migliaia di spettatori o in uno stadio vuoto.
Non crede che Pechino possa essere la sede meno indicata per la sua impresa? Le violazioni dei diritti umani, la censura e la repressione in Tibet sembrano stridere con la realizzazione del suo sogno.
Ve l'ho detto, lo sport deve unire. La politica deve restarne fuori.
Amen
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