lunedì, aprile 20, 2009

 

La festa dell'Anc per Mandela


Grande festa dell'Anc a Johannesburg per la conclusione della campagna elettorale in vista del voto di mercoledì. Lo stadio ha acclamato il premio Nobel e leader antiapartheid Nelson Mandela, 90 anni. La presenza del leader carismatico sudafricano, arrivato su un cart e apparso molto fragile, ha galvanizzato la folla e oscurato il candidato favorito alla presidenza, Jacob Zuma.
(Fonte: Repubblica.it)

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martedì, aprile 07, 2009

 

Il Sudafrica di Peacereporter


Peacereporter, come sempre, fa un lavoro splendido. CLICCATE QUI per leggere tutti gli articoli dedicati alla Rainbow Nation.

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Viva Zuma!


Jacob Zuma (nella vignetta di Zapiro) può tirare un sospiro di sollievo. Dopo otto anni di indagini, oggi la National Prosecuting Authority sudafricana, la procura generale della Repubblica, ha annunciato di aver fatto cadere i sedici capi d’accusa per corruzione, frode, racket e riciclaggio di denaro contro il leader dell’African National Congress. Mentre i sostenitori di Zuma, candidato alla presidenza del Paese nelle prossime elezioni del 22 aprile, festeggiano una vittoria annunciata, i partiti di opposizione gridano allo scandalo e annunciano battaglia, parlando senza mezzi termini di "una giornata nera per il diritto, destinata a segnare la storia del Sudafrica": “E’ un giorno vergognoso nella storia del nostro Paese” ha detto Bantu Holomisa, capo di United Democratic Movement (Udm). Sulla stessa linea Mvume Dandala, candidato del Congress of the People (Cope) per l’elezione alla presidenza che seguirà il voto legislativo del 22 aprile. “Sul merito del procedimento a carico di Zuma – ha sottolineato il dirigente - non abbiamo saputo nulla. La gente vuole conoscere la verità: è innocente o colpevole?” A questa domanda non ha risposto neanche il procuratore generale Mokotedi Mpshe, che nel definire “impossibile e non auspicabile” una continuazione del processo ha sottolineato che la decisione annunciata oggi “non equivale a un’assoluzione”.
Nei mesi scorsi c’erano già stati interventi per impedire un processo a carico di Zuma. In settembre il giudice Chris Nicholson aveva deciso la sospensione del procedimento per vizi procedurali e denunciato presunte interferenze nell’attività della magistratura da parte dell’allora presidente sudafricano Mbeki. Questa versione è stata respinta in secondo grado alcuni mesi fa: Nicholson, si afferma nella sentenza della Suprema corte di Bloemfontein, “oltrepassò i limiti dei suoi poteri” e propose “una personale teoria della cospirazione”. Le accuse di interferenze mosse al governo furono strumentali alla violenta campagna di pressioni organizzata dalla dirigenza dell’Anc per costringere Mbeki alle dimissioni.
Voci sul possibile stop al processo contro Zuma circolavano nel Paese già da due settimane. Da quando, cioè, alcune anticipazioni della stampa locale avevano portato alla luce i tentativi del team di Zuma di affossare le indagini riguardanti presunte tangenti ottenute dal leader dell’Anc per proteggere la compagnia francese Thales, che alla fine degli anni Novanta aveva ottenuto un contratto multimilionario per la fornitura di armi al Sudafrica. Secondo quanto dichiarato oggi dalla NPA, le prove portate dal team di Zuma, comprendenti intercettazioni a politici e poliziotti, avrebbero fatto emergere una sorta di disegno politico per incastrare il leader dell’ANC. Nelle intercettazioni sarebbero coinvolti sia l’ex leader della NPA, Bulelani Ngcuka, sia Leonard McCarthy, il capo dell’ormai dismessa unità investigativa degli Scorpions, creata negli anni Novanta proprio per occuparsi della corruzione dilagante nel Paese.
Vittima di un processo politico, come dicono i suoi sostenitori, o manipolatore della giustizia, come sostiene l’opposizione? Quale che sia il giudizio sul personaggio, Zuma, uscito vincitore dalla lotta contro l’ex presidente Thabo Mbeki nell’ultimo congresso dell’ANC, ha la strada spianata in vista delle presidenziali. Il suo partito è accreditato del 64 percento delle preferenze, un margine enorme nei confronti dei partiti di opposizione. Se raggiungesse il 70 percento, permetterebbe al partito di modificare da solo la Costituzione. Campione della maggioranza povera della popolazione e delle zone rurali, il populista Zuma può concentrarsi da oggi su un’elezione impossibile da perdere, lasciandosi alle spalle il suo scomodo passato giudiziario. Oltre alle accuse di corruzione, stralciate e riprese dalle autorità più volte negli ultimi anni, Zuma è uscito indenne anche da un processo per stupro, nel quale suscitò lo scandalo di mezzo mondo raccontando di essersi “fatto una docciaper minimizzare il rischio di Aids dopo aver fatto sesso con una donna sieropositiva.
Il sospetto, adombrato dalla fuga di notizie delle ultime settimane, è che Zuma abbia comprato la propria libertà minacciando di coinvolgere nel processo le più alte cariche dell’ANC, compreso l’ex presidente Mbeki, provocando così un terremoto istituzionale devastante per il Paese proprio alla vigilia dei Mondiali del 2010. Secondo l’opposizione, insomma, invece di proseguire le indagini, le autorità sudafricane avrebbero preferito nascondere la polvere sotto il tappeto, secondo la logica del “tutti colpevoli, nessun colpevole”. L’Anc, che ha bollato come illazioni le accuse contro l’operato della Npa, nei giorni scorsi aveva però alimentato le polemiche, dichiarando che una prosecuzione delle indagini non sarebbe stata nell’interesse del Paese. Liberando così dalle pastoie giudiziarie il suo cavallo migliore, in nome di una ragion di stato che, all’opinione pubblica, non è dato conoscere. Che significa che la decisione di lasciar perdere Zuma "non equivale a un'assoluzione"?
(Fonti: Mail&Guardian, Misna, Panorama)

AGGIORNAMENTI MISNA (8/4/2009):
Il partito di opposizione ‘Alleanza democratica’ ha presentato ricorso presso l’Alta corte di Pretoria contro la sospensione del processo per riciclaggio di denaro sporco, frode e corruzione a carico di Jacob Zuma, il presidente dell’‘African National Congress’ considerato il possibile nuovo capo dello stato. Nei giorni scorsi, la decisione della Procura generale di sospendere il procedimento nei confronti di Zuma era stata condannata da tutte le maggiori forze di opposizione.

“La decisione della procura generale di non continuerà il procedimento a carico di Jacob Zuma, ha negato sia a Zuma che al paese di stabilirne l’innocenza o la colpevolezza una volta per tutte attraverso i normali percorsi giudiziari”: a dirlo, in una nota, è stato il portavoce della Conferenza episcopale sudafricana (Sacbc), l’arcivescovo di Durban Wilfrid Napier. Per la Sacbc, tuttavia, questo il momento di sottrarsi a “questa spiacevole situazione” e di “impegnarsi” per un governo trasparente e responsabile. “È necessario – ha concluso monsignor Napier – che chiunque sia in posizione di responsabilità ricavi da questo episodio la voglia di combattere la corruzione in ogni sua forma”. Jacob Zuma, presidente dell’African National Congress (Anc), è accusato di frode, riciclaggio di denaro sporco e corruzione per un giro di tangenti chieste a un’azienda di armi francese. La decisione, definita dal procuratore generale Mokotedi Mpshe la “più difficile” della sua carriera, giunge due settimane prima delle elezioni legislative alle quali Zuma partecipa come capolista dell’Anc e possibile nuovo capo dello stato. Per l’accusa di aver versato tangenti all’azienda francese è stato già processato e condannato Schabir Shaik, consulente finanziario e stretto collaboratore di Zuma. Il dirigente dell’Anc ha sempre sostenuto di essere vittima di una macchinazione politica e ha perfino denunciato un presunto coinvolgimento dell’ex presidente Thabo Mbeki, che si è dimesso in settembre al culmine della crisi politica aperta dalla disputa giudiziaria. La decisione della procura generale è stata condannata con decisione dall’opposizione: Helen Zille, capo dell’Alleanza democratica, ha parlato di “crisi istituzionale”.

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sabato, aprile 04, 2009

 

SA: permessi di lavori speciali per i migranti dello Zimbabwe


Il governo del Sudafrica ha deciso di concedere permessi di soggiorno della durata di sei mesi a tutti i migranti provenienti dallo Zimbabwe, in moltissimi casi alla ricerca di un lavoro che nel loro paese hanno difficoltà a ottenere. Secondo Jackie MacKay, direttore generale del dipartimento immigrazione del ministero degli Interni, in questo modo Pretoria conta di ridurre il numero dei migranti richiedenti asilo e allo stesso tempo contribuire alla ripresa economica del paese vicino. “Molti abitanti dello Zimbabwe - ha detto MacKay all’emittente inglese ‘Bbc’ - non sono richiedenti asilo ma migranti per motivi economici: arrivano da noi per lavorare e poi tornare a casa con un po’ di soldi. Crediamo che la disposizione del governo favorisca l’afflusso di valuta straniera nello Zimbabwe e contribuisca alla ricostruzione di questo paese”. Negli ultimi anni milioni di cittadini dello Zimbabwe hanno oltrepassato il confine in cerca di opportunità di lavoro. Questa situazione potrebbe cambiare in conseguenza della recente entrata in carica di un governo di unità nazionale che ha promesso di concentrare gli sforzi nella lotta contro la disoccupazione e la penuria di generi alimentari. In settimana, l’esecutivo di Harare ha presentato alla Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe (Sadc) un piano economico triennale del valore di circa sei miliardi e 500 milioni di euro che potrebbe essere realizzato con il contributo di creditori internazionali.
(Fonte: Misna)

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Biglietti Mondiali: oltre un milione e mezzo di richieste


Sono state 1,6 milioni le richieste di biglietti per assistere alle partite dei Mondiali di calcio in programma il prossimo anno in Sudafrica. Lo ha reso noto la Fifa - il massimo organo calcistico internazionale - aggiungendo che i tifosi di casa hanno prenotato il 30% dei tagliandi messi in vendita. Subito dopo vengono i tifosi di Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Italia e Australia. Dal 20 febbraio al 31 marzo, giorni in cui era possibile prenotare i biglietti, la Fifa ha ricevuto richieste da 205 paesi diversi. Le poltrone più gettonate sono state quelle per la partita inaugurale e per la finale; un sorteggio, in programma il 15 aprile, deciderà chi avrà diritto ad assistervi. Dal 4 maggio al 16 novembre si terrà la vendita dei tagliandi di tutte le altre gare. Quello in Sudafrica sarà il primo mondiale di calcio a essere disputato in terra africana: le 18 edizioni precedenti si sono tenute sempre in Europa o in America Latina, con l’unica eccezione degli Stati Uniti nel 1994 (oltre a Corea del Sud-Giappone del 2002, ndr); l’edizione del 2014 si terrà in Brasile.
(Fonte: Misna)

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venerdì, aprile 03, 2009

 

Altre polemiche sulle gare in altura

L'Argentina, reduce dal pesantissimo 6-1 subito dalla Bolivia in un match valido per le qualificazioni ai Mondiali del prossimo anno, fa i conti con una delle sconfitte piu' pesanti della sua storia calcistica. Ma il preparatore atletico della Seleccion, Fernando Signorini, da' la colpa all'altitudine - 3600 metri - di La Paz, capitale della Bolivia, dove si e' disputato l'incontro. "Giocare in altura, a 3600 metri, puo' far morire un calciatore. Ne sono assolutamente convinto", ha dichiarato Signorini intervistato dall'emittente argentina 'Radio La Red'. "Chi ci e' abituato e' molto avvantaggiato, si tratta di un vero e proprio doping ambientale", ha aggiunto. "Con quel caldo e quell'altitudine, i giocatori dell'Argentina quasi non riuscivano a respirare e ditemi voi se questo e' calcio. Non e' stata una partita seria". (Agr)
Qualcuno ricorda calciatori morti a La Paz? Che ne pensate?

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giovedì, aprile 02, 2009

 

Messico, un altro schiaffo - Eriksson appeso a un filo

Carlo è bravo, niente da dire, quindi beccatevi un altro dei suoi pezzi (da Gazzetta.it):


Quello tra il Messico e Sven Goran Eriksson pare sempre più matrimonio sbagliato: stanotte il Tri è stato umiliato in Honduras, un 3-1 (in gol anche l'ex Napoli e Udinese Carlos Pavon) che dice ancora di più di quel che pare. Una partita iniziata male e proseguita peggio quella dei messicani, coi soliti equivoci strategici e un approccio alla gara sfibrato, inconsistente che denota problemi soprattutto a livello psicologico. Non ci sta infatti che il Messico stia penando in questa maniera, e adesso si parla apertamente di "rischio Mondiale". Quest'anno l'area Nord-Centro americana manda direttamente tre nazionali a Sudafrica 2010, con la quarta che spareggerà con la prima delle escluse sudamericane, quindi c'è il forte rischio di incrociarsi con una squadra molto competitiva.
CRITICHE - E in questo momento, dopo tre partite giocate nell'Hexagonal finale, il Messico è quarto in classifica dietro Stati Uniti, Costarica e Honduras, con un punto in più del Salvador e di Trinidad e Tobago. La rosa del Messico è naturalmente superiore a quella dei rivali, il rischio è però di cadere in un vortice e creare quell'apprensione che azzera i valori tecnici. E secondo buona parte della stampa, a quel punto ci stiamo avvicinando. Eriksson, già traballante dopo i turni preliminari, continua a non convincere i più, tanto che uno dei giocatori di maggior talento del Tri, l'esterno del Deportivo La Coruna, Andres Guardado, ha esibito un'uscita dialettica piuttosto sospetta a fine match: "Non siamo noi giocatori a decidere delle sorti del c.t. ma la federazione...", ha detto la rivelazione messicana dei Mondiali del 2006. Insomma, non esattamente un stringiamoci a coorte...
INCERTEZZE - D'altronde è evidente, nonostante la vittoria del week-end contro il Costarica, in uno stadio Azteca stracolmo, che il c.t. e la squadra non marciano compatti nella stessa direzione. C'è insicurezza, si producono errori banali e, appunto, si palesa un approccio che lascia pochi spazi all'interpretazione: la squadra procede a strappi, con il Costarica le soluzioni che hanno prodotto le azioni più pericolose sono state tutte estemporanee. I continui cambi di formazioni dello svedese, al netto di squalifiche e infortuni (pesa soprattutto la mancanza di Osorio, anima del Tricolor insieme a Pavel Pardo), sono paradigmatiche di una situazione di poca chiarezza: vedi ad esempio il ruolo di Salcido, a turno spostato in fascia o al centro della difesa, e con l'Honduras, stanotte, disastroso e espulso (altra cartina al tornasole dello stato dell'arte: il Tri ha sofferto l'ennesimo cartellino rosso).
SENZA SUAZO - Eriksson rischia, il nome di Javier Aguirre, ex Atletico Madrid, risuona spesso, ma i candidati sono diversi: la federazione messicana deve decidere, o si ribadisce in maniera convinta la fiducia allo svedese, o si cambia in fretta. Il Mondiale non deve scivolare via. Intanto, gli USA pur zoppicando qua e là (pareggio in rimonta in Salvador nel passato week end), grazie alla vittoria contro Trinidad - tripletta del giovane Jozy Altidore, bloccato dal Villarreal e ora in prestito nella serie B Spagnola - comandano il gruppo, in verità più equilibrato di quel che si pronosticava. Seguono a breve distanza Costarica e Honduras. Proprio i “Catrachos”, che han schiantato il Messico anche senza l'infortunato David Suazo, possono recriminare per un erroraccio al 90' del portiere, nel match del fine settimana a Trinidad, dove controllavano agevolmente la partita che poteva portarli nelle zone altissime della classifica.

AGGIORNAMENTO (3/4/09): Esonerato il ct svedese - CITTA' DEL MESSICO (Messico) - Sven Goran Eriksson non e' piu' l'allenatore del Messico. Lo svedese, arrivato a giugno, e' stato esonerato il giorno dopo la sconfitta per 3-1 contro l'Honduras (ieri, ndr) nelle qualificazioni ai Mondiali del 2010. Il Messico di Eriksson aveva vinto una sola gara delle ultime sette disputate. (Agr)

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Australia vicina al Mondiale, Argentina distrutta

Proseguono le gare di qualificazione al primo Mondiale africano. Ecco la situazione in Asia (con l'Australia a un passo dal Sudafrica, dal Bar delle Antille) e in Sudamerica (da Gazzetta.it), dove rimbombano ancora i 6 gol con cui la Bolivia ha sgretolato la Seleccion albiceleste del divino Diego. Il quale, se non altro, non accampa scuse: "I miei giocatori hanno fatto cio' che gli ha permesso di fare l'avversario, che e' stato migliore. Punto. Non ci sono altre motivazioni, l'altitudine non c'entra. Mi pare che la Bolivia abbia disputato una grandissima partita, giocando bene, e praticando un ottimo calcio - ha proseguito l'ex Pibe de Oro - e credo che qualsiasi squadra avesse giocato oggi contro di loro, avrebbe sofferto come abbiamo sofferto noi. E io ho sofferto con la squadra: ogni gol era una pugnalata al cuore". Anche per noi.

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mercoledì, aprile 01, 2009

 

Benvenuti al circo Zuma

Un bel pezzo di Matteo Fagotto sui non sempre trasparenti politici della Rainbow Nation (come si dice, mal comune...):

Questione morale, malcostume della classe politica, processi per corruzione che si tenta di bloccare in ogni modo, colpi bassi. Sembra di assistere a una giornata qualsiasi a Montecitorio o a Palazzo Madama, se non fosse che ci troviamo a più di diecimila chilometri di distanza da Roma. In Sudafrica, per la precisione, dove la campagna elettorale che si concluderà il prossimo 22 aprile con le elezioni generali sta facendo emergere il peggio della classe politica locale.
Fuori i condannati dal Parlamento! Lo slogan che ha reso famoso nel Belpaese il comico Beppe Grillo non calzare alla perfezione anche per il Sudafrica, che da questo punto di vista nulla ha da invidiare all'Italia. Tra i candidati alle liste elettorali (bloccate, of course, come in Italia) figurano deputati implicati in processi per corruzione e frode, personalità compromesse con il regime dell'apartheid e addirittura un condannato per omicidio. Che per ripulire la propria fedina, sporcata uccidendo, smembrando e bollendo la sua ragazza nella cucina di un ristorante 46 anni fa, è arrivato a cambiare il proprio nome e il proprio mestiere. Finendo per scoprire la passione per la politica.
Ma non c'è dubbio la palma di personalità più controversa di queste elezioni spetti a Jacob Zuma (nella foto, in posa "berlusconiana", e nella vignetta di Zapiro, Mail&Guardian), presidente dell'African National Congress e super favorito per la corsa alla presidenza. Implicato in un processo per corruzione che, tra vari colpi di scena, si trascina da ormai quattro anni, Zuma potrebbe presto venire scagionato dalla National Prosecuting Authority, sotto l'aperta minaccia di creare un terremoto politico con le sue scomode rivelazioni se i magistrati osassero portarlo in tribunale. Una minaccia che ha fatto gridare allo scandalo i partiti dell'opposizione che si divideranno le briciole lasciate per strada dall'ANC, decisi a coalizzarsi per un'azione legale comune se il loro grande nemico dovesse passare indenne dalle forche caudine della giustizia sudafricana.
Ma al di là dei problemi giudiziari, il malcostume della classe politica sudafricana si sta sempre più palesando nella lotta senza quartiere tra i partiti per aggiudicarsi il voto degli indecisi: e per mettere i bastoni tra le ruote agli avversari, nessuno lesina inventiva e faccia tosta. La scorsa settimana, l'autorità deputata ai servizi sociali ha denunciato un partito politico non identificato, reo di aver deviato gli aiuti alimentari ed economici destinati agli indigenti verso duemila suoi sostenitori, fatti arrivare appositamente in pullman nel luogo della distribuzione. E se fino a ieri i partiti si limitavano ad accusarsi per la rimozione dei rispettivi cartelloni elettorali, recentemente i sistemi per sabotare l'avversario si sono sempre più affinati: ieri la Democratic Alliance, il partito guidato dal sindaco di Città del Capo, Helen Zille, ha denunciato la distribuzione di falso materiale elettorale con i propri simboli stampati sopra e contenente slogans e frasi ideate con l'aperto intento di screditare il partito.
L'elenco di sgarbi e colpi bassi è infinito. L'ANC è stato accusato di aver ricevuto finanziamenti per la propria campagna da finte ONG, da associazioni create ad hoc e da alleati "scomodi" come il partito comunista cinese, il leader libico Muhammar Gheddafi e da Teodoro Obiang Nguema, presidente della Guinea Equatoriale e conosciuto per il suo scarso rispetto per i diritti umani, tanto per usare un eufemismo. E non c'è dubbio che, man mano che ci si avvicinerà alla fatidica data del 22 aprile, denunce e scandali si moltiplicheranno. Nonostante la scontata vittoria dell'ANC, infatti, in ballo c'è una possibile modifica della Costituzione, che l'ex partito di Nelson Mandela potrebbe attuare da solo se dovesse ottenere più dei due terzi delle preferenze. Un'eventualità che molti vorrebbero evitare.
(Fonte: Peacereporter)

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martedì, marzo 31, 2009

 

Abidjan

Come accennato nel post precedente, la tragedia di Abidjan ha segnato il fine settimana di rincorsa a Sudafrica 2010: vi rimando di nuovo al Bar delle Antille.
La Misna, intanto, comunica che il governo e le autorità sportive della Costa d'Avorio hanno promesso di individuare e processare i responsabili dell’incidente che ha provocato domenica la morte di almeno 22 persone all’ingresso dello stadio di calcio della capitale. A causare la strage, prima dell’inizio della partita Costa d’Avorio-Malawi, sembra esser stato lo sfondamento di un cancello da parte di un gruppo di tifosi.

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Panoramica: qualificazioni con tragedia

Campionati fermi in tutto il globo calcistico: la palla infatti nel weekend è passata alle qualificazioni ai Mondiali di Sudafrica 2010. Dall’Europa all’Asia, dal Sudamerica all’Africa, dall’Oceania all’America centro-settentrionale, un pianeta intero è finito – è proprio il caso di dirlo – nel pallone. Il che non è sempre è buona cosa. Come è successo ad Abidjan, capitale della Costa d’Avorio. Un copione già visto: la folla senza biglietto che vuole entrare per assistere alla partita tra i padroni di casa e il Malawi (5-0), la ressa, la polizia che carica, l’isteria generale: 22 morti e 132 feriti.
Altrove invece la follia è puramente calcistica. Come in Argentina. La Seleccìon targata Maradona polverizza 4-0 il Venezuela, ed è festa. Festa per Lionel Messi, autore del primo gol e della solita sfilza di magie: festa per Carlos Tevez, che in maglia biancoceleste conosce le gioie che Ferguson gli nega al Manchester United; festa per Sergio Aguero, che si presenta in campo con suo figlio nato da poco che – guarda caso – è anche nipote di Maradona.
Tutt’altro clima in casa Brasile, che orfano di Kakà impatta 1-1 contro l’Ecuador. La classifica del girone unico sudamericano dice Paraguay 23, Argentina e Cile 19, Brasile 18. Un solo punto di distacco tra Seleccìon e Seleçao. Forse non c’è grande differenza dal punto di vista matematico, ma il calcio – specie quello sudamericano – è fatto soprattutto di umori, sensazioni, irrazionalità. E se a Buenos Aires splende il sole, a Rio de Janeiro è buio fitto, tra le polemiche sul ct Dunga, il solito polverone Adriano e l’assenza di Kakà.
E arriviamo all’Europa. Tra certezze, sorprese, e delusioni. Iniziamo dalle prime. Innanzitutto la Spagna (gruppo 5), cinque vittorie su cinque, l’ultima 1-0 sulla Turchia. Poi la Germania (4), 13 punti in cinque partite, 4-0 al Liechtenstein. L’Inghilterra (6), ferma nel weekend ma in testa al suo girone con 12 punti, bottino pieno in quattro partite. L’Olanda (9), stesse cifre dell’Inghilterra, 3-0 alla Scozia. E ovviamente l’Italia, di cui però si parla con abbondanza altrove.
Ma c’è un’altra Europa dietro le big, che gioca a pallone e sa occasionalmente stupire. Ad esempio l’Ungheria, prima nel girone 1 a pari punteggio con la Danimarca e corsara in Albania con il punteggio di 1-0. E soprattutto l’Irlanda del Nord. Cosa si sa di questo piccola, turbolenta appendice anglosassone in Irlanda se non che è la terra natale di George Best ed è divisa tra cattolici e protestanti, che si contendono da decenni la miglior marca di cristianesimo? Errore, l’Ulster non è solo passato, ma anche presente: 3-2 alla Polonia e vetta del gruppo 3 a 10 punti.
Le grandi deluse (e pericolanti). Portogallo e Svezia avrebbero dovuto dominare la scena e invece il loro percorso è incerto e balbettante. Tanto che a dettare il ritmo nel gruppo 1 sono Danimarca e Ungheria, a 10 punti. Lusitani e svedesi si sono trovati gli uni di fronte gli altri. Una buona opportunità per spazzare via dubbi e rilanciarsi alla grande, mettendo al contempo ko il rivale. E invece la grande occasione si è tradotta in uno scialbo 0-0 che non fa altro che alimentare polemiche e rimpianti.
Chiosa finale con la Francia, ai piedi di monsieur Franck Ribery. Contro la Lituania serviva una vittoria, e vittoria è stata, grazie alla rete del giocatore del Bayern Monaco, sempre più uomo squadra di questi Bleus ancora senza identità. La panchina dell’inviso ct Raymond Domenech era a rischio, Ribery le ha dato una stretta di bullone. Ma la situazione resta complicata: terza nel gruppo 7, a sette punti, alle spalle di Serbia (12) e Lituania (9). Ma con una partita in meno.
(Marco Arceri, Nexta Media)

Date un'occhiata anche qui: Carlo è sempre il migliore.

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