sabato, maggio 24, 2008
I disordini si allargano a Cape Town
Le notizie che arrivano dal Sudafrica non sono affatto positive (di seguito, gli ultimi due aggiornamenti Misna). I disordini raggiungono anche le township di Città del Capo, dopo che Mbeki ha autorizzato le forze dell'ordine a richiedere l'aiuto dell'esercito. Davvero, la situazione appare nera, anche in vista dei Mondiali 2010.
Si sono estese, per la prima volta, anche nella zona del Capo, nel sud-ovest del Sudafrica, le violenze contro i cittadini stranieri verificatesi negli ultimi 12 giorni nelle baraccopoli di Johannesburg e di Durban. Lo riferisce la polizia precisando che aggressioni e saccheggi sono avvenuti tra ieri e oggi nella baraccopoli di Du Noon, 20 chilometri a nord di Città del Capo. “La situazione resta tesa, anche se i disordini si sono placati dopo l’arresto di 12 persone” ha detto Billy Jones, portavoce delle forze dell’ordine, aggiungendo che "alcune bande hanno iniziato a saccheggiare negozi di proprietà di cittadini dello Zimbabwe, della Somalia del Bangladesh e di altri stranieri”. Un uomo, di nazionalità somala è morto durante la notte, “ma non possiamo ancora dire se la sua morte è collegata alle violenze” ha aggiunto Jones. Circa 500 immigrati sarebbero fuggiti dalla baraccopoli, cercando rifugio in uffici pubblici, mentre la polizia pattuglia a piedi le strade nei dintorni del sobborgo. Almeno 42 immigrati hanno perso la vita negli attacchi dei giorni scorsi a Johannesburg e più di 16.000 sono stati costretti ad abbandonare le proprie case e a cercare rifugio in stazioni di polizia, chiese e uffici pubblici. Le forze dell'ordine hanno fermato 500 persone in tutto il paese, mentre il governo ha autorizzato l'impiego delle forze armate. Oggi, nell’università di Pretoria gli studenti hanno organizzato un sit-in per manifestare contro le violenze e chiedere assistenza per le vittime delle aggressioni dei giorni scorsi.
Oltre 100 arresti per i disordini a Cape Town
Sono oltre un centinaio, alcune fonti parlano addirittura di 150, le persone arrestate oggi nella zona di Città del Capo per gli attacchi ai danni di stranieri e sudafricani avvenuti nel corso della giornata nelle borgate povere e nelle baraccopoli della cintura metropolitana. Lo riferiscono i mezzi di informazione sudafricani, precisando che per tutta la giornata gruppi di giovani armati di mazze, bottiglie, armi bianche e quant’altro hanno provocato disordini, danni, saccheggi nelle zone di Strand, Khayelitsha, Mitchell's Plain, Phillipi, Malmesbur e Knysna. Le bande hanno preso di mira gli esercizi commerciali gestiti da somali e zimbabwani, due delle comunità di immigrati maggiormente presenti nell’area del Capo, costringendo le forze dell’ordine a evacuare alcun aree. Per il momento si ha notizia di una sola vittima e di alcuni feriti nel caos di oggi, ma c’è il rischio che nelle prossime ore con il ritorno alla calma il bilancio possa salire. E mentre l’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite (Acnur/Unhcr) ha espresso preoccupazione per le violenze, i paesi confinanti stanno avviando procedure d’emergenza per gestire il ritorno alle frontiere di migliaia di emigranti. Il governo mozambicano ha dichiarato lo stato d’emergenza per poter attivare la cellula speciale della protezione civile, così da garantire una risposta coordinata al rientro dei suoi cittadini. Intanto, mentre in molti continuano a definire le violenze ‘xenofobe’, si fa sempre più spazio tra i vertici del governo sudafricano e dei servizi di intelligence l’ipotesi che dietro al caos in corso da giorni in varie zone del paese vi sia la mano di “forze esterne” in coordinamento con elementi interni che hanno tutta l’intenzione di destabilizzare il Sudafrica e il governo in carica in vista delle elezioni del prossimo anno.
Si sono estese, per la prima volta, anche nella zona del Capo, nel sud-ovest del Sudafrica, le violenze contro i cittadini stranieri verificatesi negli ultimi 12 giorni nelle baraccopoli di Johannesburg e di Durban. Lo riferisce la polizia precisando che aggressioni e saccheggi sono avvenuti tra ieri e oggi nella baraccopoli di Du Noon, 20 chilometri a nord di Città del Capo. “La situazione resta tesa, anche se i disordini si sono placati dopo l’arresto di 12 persone” ha detto Billy Jones, portavoce delle forze dell’ordine, aggiungendo che "alcune bande hanno iniziato a saccheggiare negozi di proprietà di cittadini dello Zimbabwe, della Somalia del Bangladesh e di altri stranieri”. Un uomo, di nazionalità somala è morto durante la notte, “ma non possiamo ancora dire se la sua morte è collegata alle violenze” ha aggiunto Jones. Circa 500 immigrati sarebbero fuggiti dalla baraccopoli, cercando rifugio in uffici pubblici, mentre la polizia pattuglia a piedi le strade nei dintorni del sobborgo. Almeno 42 immigrati hanno perso la vita negli attacchi dei giorni scorsi a Johannesburg e più di 16.000 sono stati costretti ad abbandonare le proprie case e a cercare rifugio in stazioni di polizia, chiese e uffici pubblici. Le forze dell'ordine hanno fermato 500 persone in tutto il paese, mentre il governo ha autorizzato l'impiego delle forze armate. Oggi, nell’università di Pretoria gli studenti hanno organizzato un sit-in per manifestare contro le violenze e chiedere assistenza per le vittime delle aggressioni dei giorni scorsi.
Oltre 100 arresti per i disordini a Cape Town
Sono oltre un centinaio, alcune fonti parlano addirittura di 150, le persone arrestate oggi nella zona di Città del Capo per gli attacchi ai danni di stranieri e sudafricani avvenuti nel corso della giornata nelle borgate povere e nelle baraccopoli della cintura metropolitana. Lo riferiscono i mezzi di informazione sudafricani, precisando che per tutta la giornata gruppi di giovani armati di mazze, bottiglie, armi bianche e quant’altro hanno provocato disordini, danni, saccheggi nelle zone di Strand, Khayelitsha, Mitchell's Plain, Phillipi, Malmesbur e Knysna. Le bande hanno preso di mira gli esercizi commerciali gestiti da somali e zimbabwani, due delle comunità di immigrati maggiormente presenti nell’area del Capo, costringendo le forze dell’ordine a evacuare alcun aree. Per il momento si ha notizia di una sola vittima e di alcuni feriti nel caos di oggi, ma c’è il rischio che nelle prossime ore con il ritorno alla calma il bilancio possa salire. E mentre l’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite (Acnur/Unhcr) ha espresso preoccupazione per le violenze, i paesi confinanti stanno avviando procedure d’emergenza per gestire il ritorno alle frontiere di migliaia di emigranti. Il governo mozambicano ha dichiarato lo stato d’emergenza per poter attivare la cellula speciale della protezione civile, così da garantire una risposta coordinata al rientro dei suoi cittadini. Intanto, mentre in molti continuano a definire le violenze ‘xenofobe’, si fa sempre più spazio tra i vertici del governo sudafricano e dei servizi di intelligence l’ipotesi che dietro al caos in corso da giorni in varie zone del paese vi sia la mano di “forze esterne” in coordinamento con elementi interni che hanno tutta l’intenzione di destabilizzare il Sudafrica e il governo in carica in vista delle elezioni del prossimo anno.
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