venerdì, maggio 09, 2008
100mila morti
Detesto usare titoli come questo, ma la drammaticità della situazione è tale da non lasciare spazio a giri di parole. Lascio spazio al comunicato Cesvi:
Il tragico bilancio del ciclone Nargis sale a 100.000 vittime. Oltre 1 milione di birmani sono senza casa.
Cesvi – presente dal 2001 in Myanmar – sta organizzando l’intervento di emergenza sanitaria in tre township nei pressi dell’ex capitale, Yangon, in cui si stanno rifugiando i sopravvissuti al ciclone che vivevano nella regione circostante e nel regioni meridionali, le più colpite dall’uragano.
“Fuori Yangon ancora non è arrivato nessun aiuto e in zone come Didaye, Maulamyinegyn, Pyapone, non c'e' nessuno o solo un’ organizzazione” afferma Silvia Facchinello, responsabile Cesvi in Myanmar "Anche per questo abbiamo scelto di intervenire in queste aree”.
In attesa dell’autorizzazione ad intervenire nelle zone maggiormente colpite, sulla base degli accordi assunti con le Nazioni Unite, il personale sanitario Cesvi interverrà per far fronte all’emergenza profughi con un intervento sanitario a favore di 5.000 famiglie e oltre 20.000 persone in maggioranza donne e bambini attraverso l'attività di cliniche mobili che forniranno cure e trattamenti sanitari. (CLICCATE QUI per donare)
L'approfondimento di Peacereporter (il regime respinge i soccorsi)
Il reportage di Repubblica /AUDIO
La galleria fotografica (Save the Children per Repubblica.it)
Silvia Facchinello, Cesvi, da Rangoon (Audio)
Il tragico bilancio del ciclone Nargis sale a 100.000 vittime. Oltre 1 milione di birmani sono senza casa.
Cesvi – presente dal 2001 in Myanmar – sta organizzando l’intervento di emergenza sanitaria in tre township nei pressi dell’ex capitale, Yangon, in cui si stanno rifugiando i sopravvissuti al ciclone che vivevano nella regione circostante e nel regioni meridionali, le più colpite dall’uragano.
“Fuori Yangon ancora non è arrivato nessun aiuto e in zone come Didaye, Maulamyinegyn, Pyapone, non c'e' nessuno o solo un’ organizzazione” afferma Silvia Facchinello, responsabile Cesvi in Myanmar "Anche per questo abbiamo scelto di intervenire in queste aree”.
In attesa dell’autorizzazione ad intervenire nelle zone maggiormente colpite, sulla base degli accordi assunti con le Nazioni Unite, il personale sanitario Cesvi interverrà per far fronte all’emergenza profughi con un intervento sanitario a favore di 5.000 famiglie e oltre 20.000 persone in maggioranza donne e bambini attraverso l'attività di cliniche mobili che forniranno cure e trattamenti sanitari. (CLICCATE QUI per donare)
L'approfondimento di Peacereporter (il regime respinge i soccorsi)
Il reportage di Repubblica /AUDIO
La galleria fotografica (Save the Children per Repubblica.it)
Silvia Facchinello, Cesvi, da Rangoon (Audio)
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