sabato, marzo 29, 2008

 

Polonia, Ucraina, Italia... chi dorme di più?

Stanchi dei soliti copiaincolla? Beh, leggete Bianchi, poi ne riparliamo:

L'Italia e gli Euro 2012, la partita davvero chiusa?
Il 18 aprile un'ispezione, forse l'ultima, poi dopo l'estate l'Uefa deciderà: gli Euro 2012 in Polonia-Ucraina sono ancora fortemente a rischio ma come ha detto anche Michel Platini nei giorni scorsi a Repubblica l'Italia che ha fatto? Niente. Ha perso la corsa, un anno fa a Cardiff. Il governo ha stanziato 20 milioni di euro nella Finanziaria per rifare gli stadi: è poco. La Figc se n'è disinteressata, i Comuni pure, il governo non c'è più. Resta a combattere, almeno per ora, Luca Pancalli, ex commissario Figc. Lui ci crede tanto che oggi è a Udine. Ci crede anche Andrea Valentini, ex n.1 del Credito Sportivo, in contatto con qualche club (come l'Atalanta) che ha idee e vorrebbe tanto portarle avanti. La Juve ha intenzione di farsi uno stadio da 40.000 posti al posto di quell'inutile monumento che è il Delle Alpi (costruito nel non lontano 1990, una vergogna...). A Teramo è stato inaugurato un nuovo stadio polivalente, costruito dalla stessa società che ha in piedi un progetto con la Sampdoria. Qualcosina quindi comincia a muoversi, lentamente. C'è ancora tempo per recuperare?

Giusto qualche riga dall'intervista dello stesso Fulvio Bianchi al presidente Uefa, per chiarire la situazione dell'Italia rispetto a Euro 2012:

Di Euro 2012 che ci può dire? Polonia e Ucraina non ce la fanno proprio.
"Non lo so. Abbiamo cercato di svegliarli. Si vedrà fra qualche mese, dopo giugno. L'Italia si fa sotto? Ma che ha fatto rispetto ad un anno fa, rispetto a Cardiff?".
Niente.
"E allora? Non ha gli stadi. Ma non ci sarà, eventualmente, un nuovo bando. Non ci sarebbe il tempo. Deciderò io, con il consiglio direttivo. Noi faremo di tutto perché si giochi dove si è deciso, in Polonia-Ucraina. Però..."
(clicca qui per leggere il resto dell'intervista)

Insomma, il Sudafrica non sarà messo benissimo, per il 2010, ma Polonia e Ucraina stanno anche peggio. E l'Italia? Mah...

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