mercoledì, ottobre 17, 2007
284 miliardi di dollari
Con un po' di ritardo, riporto questa notizia Misna:
Tra il 1990 e il 2005 le guerre in Africa sono costate alle economie del Continente 284 miliardi di dollari, una somma di denaro pari agli aiuti internazionali ricevuti nello stesso periodo: lo afferma un nuovo studio realizzato dalle organizzazioni non governative (ong) "Oxfam International", "Iansa" (International network on small arms) e "Saferworld" intitolato "Africa's Missing Billions" (I miliardi perduti dell'Africa) presentato ieri a Johannesburg. È la prima volta, riferisce 'Oxfam', che vengono redatte stime sugli effetti globali dei conflitti sul Prodotto interno lordo (Pil) dei paesi africani: "Sono spese scioccanti. I nostri dati sono certamente per difetto ma mostrano che i conflitti costano alle economie africane circa 18 miliardi di dollari l'anno. Questa somma potrebbe risolvere l'emergenza causata dalla Sindrome da immunodeficienza acquisita (Sida/Aids), prevenire malaria e tubercolosi o fornire acqua potabile, sanità e istruzione" ha detto Irungu Houghton, uno dei responsabili di Oxfam per l'Africa. La ricerca stima inoltre che il 95% dei fucili kalashnikov, l'arma più diffusa nel Continente, proviene dall'estero: "I combattenti che ignorano le regole dei conflitti e commettono violazioni dei diritti umani sono quasi sempre riforniti da fuori dal Continente" si legge nel documento. "Questo studio descrive alcuni degli impatti economici della scarsa regolamentazione del commercio internazionale di armi e il livello scioccante della sofferenza umana che questo provoca. Come africano, imploro i governi africani e i governi produttori di armi di sostenere un trattato vincolante sul commercio delle armi" ha detto Joseph Dube, coordinatore di Iansa per l'Africa; "Questo – ha aggiunto - è un appello per una cooperazione globale. Il governo le cui fabbriche producono armi è responsabile tanto quanto il governo che consente alle sue navi di trasportarle. Allo stesso tempo, gli Stati che scaricano la nave devono vigilare su chi prende in consegna queste armi. Senza queste regole il costo e la sofferenza sopportati dagli africani continueranno ad essere immensi". Oltre 150 paesi dell'Onu si sono accordati nel 2006 per iniziare a lavorare sul trattato; gli Stati Uniti hanno votato contro, mentre Russia e Repubblica popolare cinese hanno espresso riserve.
Sono a Siena, per Italia-Sudafrica. Non subito, ma vi aggiornerò, sia qui che su GQ.
Tra il 1990 e il 2005 le guerre in Africa sono costate alle economie del Continente 284 miliardi di dollari, una somma di denaro pari agli aiuti internazionali ricevuti nello stesso periodo: lo afferma un nuovo studio realizzato dalle organizzazioni non governative (ong) "Oxfam International", "Iansa" (International network on small arms) e "Saferworld" intitolato "Africa's Missing Billions" (I miliardi perduti dell'Africa) presentato ieri a Johannesburg. È la prima volta, riferisce 'Oxfam', che vengono redatte stime sugli effetti globali dei conflitti sul Prodotto interno lordo (Pil) dei paesi africani: "Sono spese scioccanti. I nostri dati sono certamente per difetto ma mostrano che i conflitti costano alle economie africane circa 18 miliardi di dollari l'anno. Questa somma potrebbe risolvere l'emergenza causata dalla Sindrome da immunodeficienza acquisita (Sida/Aids), prevenire malaria e tubercolosi o fornire acqua potabile, sanità e istruzione" ha detto Irungu Houghton, uno dei responsabili di Oxfam per l'Africa. La ricerca stima inoltre che il 95% dei fucili kalashnikov, l'arma più diffusa nel Continente, proviene dall'estero: "I combattenti che ignorano le regole dei conflitti e commettono violazioni dei diritti umani sono quasi sempre riforniti da fuori dal Continente" si legge nel documento. "Questo studio descrive alcuni degli impatti economici della scarsa regolamentazione del commercio internazionale di armi e il livello scioccante della sofferenza umana che questo provoca. Come africano, imploro i governi africani e i governi produttori di armi di sostenere un trattato vincolante sul commercio delle armi" ha detto Joseph Dube, coordinatore di Iansa per l'Africa; "Questo – ha aggiunto - è un appello per una cooperazione globale. Il governo le cui fabbriche producono armi è responsabile tanto quanto il governo che consente alle sue navi di trasportarle. Allo stesso tempo, gli Stati che scaricano la nave devono vigilare su chi prende in consegna queste armi. Senza queste regole il costo e la sofferenza sopportati dagli africani continueranno ad essere immensi". Oltre 150 paesi dell'Onu si sono accordati nel 2006 per iniziare a lavorare sul trattato; gli Stati Uniti hanno votato contro, mentre Russia e Repubblica popolare cinese hanno espresso riserve.
Sono a Siena, per Italia-Sudafrica. Non subito, ma vi aggiornerò, sia qui che su GQ.
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