lunedì, luglio 23, 2007
In campo per Madiba
“Le stelle del calcio pagano un tributo a Madiba” titola il quotidiano Mail and Guardian, che racconta la cronaca della partita "90 minuti per Mandela", giocata, come anticipato, mercoledì scorso al Newlands Stadium di Cape Town, e terminata con un “salomonico” 3-3.
“Mi considero un figlio di Mandela. Ha ispirato me e lottato per il nostro continente – ha detto George Weah, ex calciatore liberiano ormai votato alla politica. “Un esempio per tutti – lo ha definito Ruud Gullit, ex stella olandese del Milan – e un uomo che ci ha insegnato a non perdere mai la speranza”.
Anche Pelé, salutato dal boato delle 35.000 persone presenti sugli spalti, è intervenuto per partecipare, anche se per pochi minuti, alla partita “Africa-Resto del mondo” dedicata alla lotta al razzismo. “Sono onorato di partecipare. Dobbiamo continuare a lottare sulla via che Madiba ci ha indicato”.
Ma è stato il più giovane della compagnia, il camerunese Samuel Eto’o, 24 anni, a rilasciare il commento forse più emozionato: “Sarà la partita più importante della mia vita”. Un po' retorico, ma l'occasione era di quelle da non perdere.
“Bisogna sempre ricordare che io sono solo uno dei tanti che hanno combattuto per la libertà dalla tirannia e dal razzismo” ha detto Mandela ricevendo la maglietta n.89. E tra coloro che hanno condotto questa battaglia in Sudafrica, ci sono anche i suoi compagni di lotta e di prigionia politica nel carcere di Robben Island, dove Madiba trascorse 18 dei 27 anni. In questa occasione speciale, la Fifa ha voluto rendere omaggio alla Makana Football Association, la piccola federazione di calcio creata a Robben Island dalle squadre degli ex-prigionieri politici. Prima del calcio d’inizio, il vicepresidente della Fifa Jack Warner (a destra, nella foto) ha conferito a Makana l’iscrizione onoraria.
(Fonte: Misna)
Jack Warner chi? Vi ricordate quando, nel 2004, poco prima del suo 86esimo compleanno, Mandela si recò a Trinidad e Tobago insieme all’arcivescovo anglicano Desmond Tutu per promuovere l’assegnazione dei Mondiali i calcio del 2010 al Sudafrica? Ecco, Mr Warner era (ed è) il potente presidente della Concacaf, la confederazione del centro e nord America, "padrone di casa" nella piccola repubblica caraibica.
E il 15 maggio del 2004, dopo l'enorme delusione dello scippo dell'edizione 2006, il Sudafrica corona il sogno mondiale. Non senza qualche patimento, certo, ma il risultato (scontato fin dall’inizio) valeva qualche sacrficio. Come scrive Andrew Jennings nel suo libro-inchiesta I padroni del calcio, “Un Paese candidato ai Mondiali 2010 aveva ciò che Jack Warner desiderava più di ogni altra cosa al mondo. Il Sudafrica aveva Nelson Mandela. E se voleva il suo voto, Jack doveva avere la sua libbra di carne di Mandela”.
Così, costringendo l’ottantaseienne ex Presidente a un massacrante tour de force promozionale, Warner pretese la sua presenza (e quella di Tutu, in piena terapia anticancro) a Trinidad, il suo "regno" privato.
Le mazzette ai dirigenti Fifa sono sempre un argomento tabù, ma la settimana prima del voto i sudafricani, probabilmente sulla scorta di informazioni derivanti dalla loro intelligence, si esposero parecchio: “Se dobbiamo scegliere tra corrompere persone e perdere, allora che si perda” disse Essop Pahad, uno dei ministri del presidente Mbeki. “Non abbiamo intenzione di passare soldi sotto al tavolo a nessuno”.
Probabilmente non sarebbe stato comunque necessario: non dev’essere facile spezzare il cuore due volte a Nelson Mandela.
Così, costringendo l’ottantaseienne ex Presidente a un massacrante tour de force promozionale, Warner pretese la sua presenza (e quella di Tutu, in piena terapia anticancro) a Trinidad, il suo "regno" privato.
Le mazzette ai dirigenti Fifa sono sempre un argomento tabù, ma la settimana prima del voto i sudafricani, probabilmente sulla scorta di informazioni derivanti dalla loro intelligence, si esposero parecchio: “Se dobbiamo scegliere tra corrompere persone e perdere, allora che si perda” disse Essop Pahad, uno dei ministri del presidente Mbeki. “Non abbiamo intenzione di passare soldi sotto al tavolo a nessuno”.
Probabilmente non sarebbe stato comunque necessario: non dev’essere facile spezzare il cuore due volte a Nelson Mandela.
Etichette: Buone notizie, Fifa, Mandela, Misna, Problemi organizzazione, Sudafrica
Comments:
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Bellissimo. Questo è un blog veramente interessante. Anche io ho aperto un blog da una settimana mi farebbe piacere se intervenissi e mi mandassi una mail per farmi capire cosa posso migliorare. Se ti fà piacere ti metto tra i blog amici. Mandela è un grande uomo dovremmo ascoltare le sue parole con il cuore e mettere in pratica quello che ci ha insegnato. Ma forse se tutto questo non avviene è perchè oggi come ieri molte persone amano il "dio denaro"
Ciao Gianny, ti ringrazio per i complimenti, ma dubito di essere in grado di fare da "consulente"... Poi ti risponderò in privato.
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