martedì, agosto 21, 2007

 

Morte di una radio sportiva

Come molti di voi, confesso di non aver letto nulla riguardo alla chiusura -improvvisa, inaspettata, a tradimento- di Radio Milaninter. Beh, non ha nulla a che vedere, è ovvio, con Sudafrica 2010, ma direi che sarebbe un delitto lasciare che una notizia come questa passi sotto silenzio, quindi riporto i commenti di Francesco Menichella (del suo blog) e Pippo Russo (blog e l'Unità).
Morte di una radio sportiva.
Nella notte tra il 13 e il 14 agosto due furgoni entrano nella redazione milanese di radio MilanInter e portano via computer, mixer audio, microfoni, cuffie. All’insaputa degli ascoltatori e dei giornalisti che vi lavoravano una radio improvvisamente viene assassinata. Il movente è di natura economica e così tutti devono mettere il cuore in pace. Il capitale ha sempre ragione e proprio Radio Capital occupa provvisoriamente le frequenze che appartenevano alla defunta. La vicenda offre un meraviglioso spettacolo di flessibilità del lavoro: nessun preavviso, nessuna comunicazione al direttore, nessuna riunione redazionale. Se questo modo d’agire dovesse fungere da esempio per altre realtà imprenditoriali dovremmo immediatamente evacuare l’Italia o permettere all’economia di crescere liberalizzando la schiavitù. C’è da sperare che nessuno sappia nulla di questa vicenda e venga subito insabbiata per non stimolare la fantasia di qualche fondamentalista liberale. Quanto al diritto all’informazione o al rispetto di qualsiasi regola deontologica nessuna traccia. Il denaro può tutto… riempire di piombo i giocattoli dei bambini, svanire con il diritto alla pensione, proteggere dalle tasse chi è più ricco.
Come può una radio che muore all’alba di una giornata estiva fare notizia? (F.Menichella)

Accadono sempre cose strane a Ferragosto.
Episodi buoni per alimentare leggende metropolitane. Tradizionalmente, è questo il periodo in cui i cani vengono abbandonati in autostrada e i gerarchi nazisti vengono trafugati in valigia. I giorni a cavallo di Ferragosto 2007 non si sono sottratti tradizione, regalandoci tre variazioni sul tema: l’albanese che evade in autogrill; il bambino abbandonato su un carrello dentro un centro commerciale; e l’emittente radiofonica chiusa di punto in bianco, senza preavviso alcune alle maestranze. Dei primi due casi conoscete più o meno tutto; del terzo, purtroppo, sapete un po’ meno perché esso è avvenuto nel silenzio generale. Come voleva chi ha organizzato la manovra, cioè i proprietari. L’emittente radiofonica in questione è “Radio MilanInter FM”, canale tematico dedicato ai due club milanesi, inaugurato nel gennaio 2005 e diventato in meno di due anni un punto di riferimento per i tifosi rossonerazzurri; tanto da toccare, secondo le ultime rilevazioni di Audiradio, punte di 100.000 ascolti giornalieri.“Radio MilanInter FM” trasmetteva dalle frequenze 91.7 su Milano, 91.6 su Como e 89.1 su Bergamo. Trasmetteva. Perché – abracadabra – da un giorno all’altro e con la redazione tutta in vacanza la radio ha smesso di esistere. La proprietà, composta da un gruppo che controlla altre emittenti radiofoniche locali del Triveneto, ha venduto a “Radio Dee Jay” (che fa capo al Gruppo Editoriale L’Espresso) la frequenza che copre Milano; e è molto probabile che altrettanto succeda con le altre due frequenze. Con una semplice e tragica conseguenza: quella per cui, ceduto il bene immateriale (la casella nell’etere), viene automaticamente soppressa la struttura operativa che su esso fondava la propria stessa esistenza, ovvero l’azienda-radio.I 15 collaboratori dell’emittente si son trovati da un giorno all’altro senza lavoro. Alcuni di loro non sono nemmeno stati avvisati dall’editore, perché in vacanza. Hanno scoperto o scopriranno la triste nuova al loro ritorno a Milano. Quando constateranno che dai locali in cui lavoravano fino a un paio di settimane fa sono stati portati via pure i loro pc.“La radio era in crescita, ma meno di quanto la proprietà sperasse” ha dichiarato al sito Datasport l’ormai ex direttore dell’emittente, Lapo De Carlo. Il quale ha aggiunto: “Credo che l’editore vorrà ‘ammortizzare’ concedendo a tutti una buonuscita economica, non solo agli assunti ma anche ai collaboratori”. Bontà sua. Sullo sfondo della vicenda rimane la regola aurea: business is business. Quanto al lavoro, esso viene ridotto sempre più a variabile dipendente. Così in Italia, anno 2007, può scomparire una realtà produttiva. E non soltanto a Ferragosto. (P.Russo)

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Comments:
ciao sono jose mari,io organizzerei una manifestazione davanti alla radio in appoggio ai ragazzi per sostenerli,o una sottoscrizione per aiutarli.e' categirico la radio non deve chiudere.
 
Per ora, ti rimando al blog di Andrea Celentano http://radiomilaninter.blogspot.com/2007/08/redazione-vuota.html
Ma prendilo con il beneficio del dubbio: non ho ancora avuto modo di approfondire, ma mi sembra che ci siano molte polemiche ANCHE intorno a questo sito...
 
Stefano davvero micheletti non sapeva chi fossi e mi ha diffamato dandomi dell intrufolato e intruso in redazione.E meno male che era il direttore responsabile.
 
Ragazzi, novità?
 
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