venerdì, marzo 16, 2007
Contro la Bindi
Questo blog si occupa di Sudafrica 2010, cioè i primi campionati mondiali di calcio organizzati da un Paese africano.
Ma alcune cose, davvero, non riesco a ignorarle, anche se potrei forse limitarmi a parlare di calcio.
Mi riferisco a Rosy Bindi, ministro della Repubblica italiana, che ha dichiarato (ansa):
Il desiderio di maternità e di paternità un omosessuale se lo deve scordare. Il ministro per le Politiche della famiglia ha poi criticato il narcisismo di gay e lesbiche che chiedono l'accesso all'adozione o alla fecondazione assistita, chiudendo con un colpo da fuoriclasse: Non sarei mai favorevole al riconoscimento del matrimonio fra omosessuali:non si possono creare in laboratorio dei disadattati. E' meglio che un bambino cresca in Africa.
Lo so, lo so, non è facile seguire il ragionamento fulmineo del ministro Bindi. Rilassatevi. Respirate. Rileggete: E' meglio che un bambino cresca in Africa.
Insomma, lei può anche essere contraria. A tutto. Siamo abbastanza in dietro, in materia di diritti civili, ma ci sta che una nasca contro (contro cosa, poi!?). Certo, ci sono posizioni (e parole) che si avvicinano più al medioevo che al nostro secolo. Oppure (cito Scalfarotto) esprimono con continuità e senza alcun pudore posizioni talmente omofobe da muoversi al limite non solo della discriminazione ma dell’istigazione all’odio. Ma va bene, non è che uno debba per forza saper pensare con la propria testa, se ha già quella di Ruini a disposizione. Questo, però, è assurdo. Secondo questa signora della politica italiana, un bambino ha più possibilità di crescere sereno in mezzo a malattie, guerre, genocidi, rifiuti, stupri, carestie e disastri ambientali, che con due genitori omosessuali.
Io credo che debba delle scuse a un sacco di persone.Perchè, sì, è vero, in Africa ci sono un mucchio di bambini felici, ben nutriti e ricchi. Quelli bianchi del sudafrica, per esempio. Ma a Kibera, o a Soweto (per restare nella Rainbow Nation)? Nel Darfur?
Bene, io lancio la campagna SCUSE PUBBLICHE. Se vi va di venirmi dietro, SCRIVETELE (e tenetemi informato, magari).
AGGIORNAMENTO:
Basta un poco di zucchero (e la pillola va giù) - dal blog di Ivan Scalfarotto
Mary Poppins scrive a Repubblica.
Perché gli omosessuali non possono adottare
Mary Poppins scrive a Repubblica.
Perché gli omosessuali non possono adottare
Rosy Bindi
Caro Scalfari, più volte nelle ultime settimane, lei ha seguito il mio lavoro di ministro delle Politiche per la famiglia con un´attenzione che mi fa onore e di cui la ringrazio. Nel suo editoriale di domenica scorsa, riportando una mia frase sulla possibilità di adozioni da parte di coppie omosessuali, lamenta invece che non ci sia stata smentita e reclama una spiegazione. E anche per questo la ringrazio.Non farò una smentita perché la frase che l´ha colpita ("E´ meglio che un bambino resti in Africa piuttosto che sia adottato da una coppia omosessuale") è stata effettivamente da me pronunciata, anche se con accenti ben diversi da quelli che risultano dalla secca estrapolazione dal suo contesto. Sono lieta invece di darle una spiegazione, spero utile a chiarire che non c´è, e non c´è mai stato in me alcun intento offensivo nei confronti degli omosessuali. Ho infatti pronunciato quel giudizio nel corso di un dibattito di fronte a una platea fortemente ostile ai Dico e a qualsiasi forma di riconoscimento dei diritti individuali all´interno delle coppie di fatto, specie se dello stesso sesso. Tra le accuse tradizionali della destra, c´era anche quella che immagina i Dico come inizio di un piano inclinato che porterà in breve a matrimoni, convivenze e adozione senza regole. Idea, se ne sarà accorto, che circola con altri intenti e speranze, anche in certa sinistra.Ma così non è. E credo che, oltre a respingere quel sospetto, la durezza della mia frase nasca dall´aver sovrapposto con troppa sinteticità due principi sui quali resto ferma. Eccoli: non è prevista e non è prevedibile alcuna forma di adozione per coppie omosessuali; per ogni bambino il proprio ambiente natale, se assicura livelli decenti di vivibilità, è il migliore del mondo, in Africa come in Bielorussia.Come lei stesso ha riconosciuto, ho lavorato per la definizione dei Dico con autonomia e responsabilità, anche a rischio dell´incomprensione, cercando di rimuovere discriminazioni nei confronti delle persone omosessuali, ma non ho mai sostenuto che sarebbe stata per loro possibile l´adozione di bambini. E non solo per rispetto del principio "Adoptio naturam imitatur" che tende a rendere la famiglia adottiva simile a quella naturale, ma anche perché quando la legge affronta il destino futuro di un piccolo individuo ha l´obbligo di tener conto delle conoscenze e delle acquisizioni scientifiche più accreditate. Queste, pur riconoscendo che capacità paterne e materne albergano naturalmente anche in uomini e donne omosessuali, ritengono che l´identità di un bambino ha bisogno di svilupparsi nella relazione tra due figure di sesso diverso, attraverso le quali il piccolo elabora la sua identità, non solo sessuale, ma di "persona". L´amore e il desiderio di avere un figlio non sono di per sé una garanzia per una creatura che si affaccia alla vita. E questo vale anche per le coppie eterosessuali.Per quanto riguarda l´Africa, so bene quante difficoltà ambientali vi siano. Ma è necessario ogni volta ricordare che per un bambino africano, come per ogni altro bambino, l´adozione è sempre l´ultima istanza, dopo che sono fallite tutte le altre possibilità? La Dichiarazione dei diritti del fanciullo dice testualmente che "L´adozione da parte di un altro paese è un mezzo alternativo di assistenza, qualora il bambino non trovi accoglienza in una famiglia affidataria o adottiva del proprio paese d´origine, né altra soddisfacente sistemazione". Ogni creatura, insomma, finché è possibile ha diritto di crescere nell´ambiente che gli ha dato la vita.Mi dispiace davvero di non essere riuscita ad esprimere bene un concetto così fondamentale. La cosa è talmente importante che, come lei certamente saprà, negli accordi internazionali con Paesi disposti ad accettare programmi di adozione, l´Italia stipula il seguente impegno: per ogni bambino che esce dal paese se ne devono aiutare altri mille a restare in condizioni vivibili.Lei cita Don Rodrigo per accomunarmi a un divieto prepotente. Mi permetta di sentirmi più modestamente vicina a un personaggio come Mary Poppins, la governante che privilegiava gli interessi dei bambini in un mondo di adulti presi dai loro bisogni. E che cercava di lavorare stando sempre dalla loro parte.
Caro Scalfari, più volte nelle ultime settimane, lei ha seguito il mio lavoro di ministro delle Politiche per la famiglia con un´attenzione che mi fa onore e di cui la ringrazio. Nel suo editoriale di domenica scorsa, riportando una mia frase sulla possibilità di adozioni da parte di coppie omosessuali, lamenta invece che non ci sia stata smentita e reclama una spiegazione. E anche per questo la ringrazio.Non farò una smentita perché la frase che l´ha colpita ("E´ meglio che un bambino resti in Africa piuttosto che sia adottato da una coppia omosessuale") è stata effettivamente da me pronunciata, anche se con accenti ben diversi da quelli che risultano dalla secca estrapolazione dal suo contesto. Sono lieta invece di darle una spiegazione, spero utile a chiarire che non c´è, e non c´è mai stato in me alcun intento offensivo nei confronti degli omosessuali. Ho infatti pronunciato quel giudizio nel corso di un dibattito di fronte a una platea fortemente ostile ai Dico e a qualsiasi forma di riconoscimento dei diritti individuali all´interno delle coppie di fatto, specie se dello stesso sesso. Tra le accuse tradizionali della destra, c´era anche quella che immagina i Dico come inizio di un piano inclinato che porterà in breve a matrimoni, convivenze e adozione senza regole. Idea, se ne sarà accorto, che circola con altri intenti e speranze, anche in certa sinistra.Ma così non è. E credo che, oltre a respingere quel sospetto, la durezza della mia frase nasca dall´aver sovrapposto con troppa sinteticità due principi sui quali resto ferma. Eccoli: non è prevista e non è prevedibile alcuna forma di adozione per coppie omosessuali; per ogni bambino il proprio ambiente natale, se assicura livelli decenti di vivibilità, è il migliore del mondo, in Africa come in Bielorussia.Come lei stesso ha riconosciuto, ho lavorato per la definizione dei Dico con autonomia e responsabilità, anche a rischio dell´incomprensione, cercando di rimuovere discriminazioni nei confronti delle persone omosessuali, ma non ho mai sostenuto che sarebbe stata per loro possibile l´adozione di bambini. E non solo per rispetto del principio "Adoptio naturam imitatur" che tende a rendere la famiglia adottiva simile a quella naturale, ma anche perché quando la legge affronta il destino futuro di un piccolo individuo ha l´obbligo di tener conto delle conoscenze e delle acquisizioni scientifiche più accreditate. Queste, pur riconoscendo che capacità paterne e materne albergano naturalmente anche in uomini e donne omosessuali, ritengono che l´identità di un bambino ha bisogno di svilupparsi nella relazione tra due figure di sesso diverso, attraverso le quali il piccolo elabora la sua identità, non solo sessuale, ma di "persona". L´amore e il desiderio di avere un figlio non sono di per sé una garanzia per una creatura che si affaccia alla vita. E questo vale anche per le coppie eterosessuali.Per quanto riguarda l´Africa, so bene quante difficoltà ambientali vi siano. Ma è necessario ogni volta ricordare che per un bambino africano, come per ogni altro bambino, l´adozione è sempre l´ultima istanza, dopo che sono fallite tutte le altre possibilità? La Dichiarazione dei diritti del fanciullo dice testualmente che "L´adozione da parte di un altro paese è un mezzo alternativo di assistenza, qualora il bambino non trovi accoglienza in una famiglia affidataria o adottiva del proprio paese d´origine, né altra soddisfacente sistemazione". Ogni creatura, insomma, finché è possibile ha diritto di crescere nell´ambiente che gli ha dato la vita.Mi dispiace davvero di non essere riuscita ad esprimere bene un concetto così fondamentale. La cosa è talmente importante che, come lei certamente saprà, negli accordi internazionali con Paesi disposti ad accettare programmi di adozione, l´Italia stipula il seguente impegno: per ogni bambino che esce dal paese se ne devono aiutare altri mille a restare in condizioni vivibili.Lei cita Don Rodrigo per accomunarmi a un divieto prepotente. Mi permetta di sentirmi più modestamente vicina a un personaggio come Mary Poppins, la governante che privilegiava gli interessi dei bambini in un mondo di adulti presi dai loro bisogni. E che cercava di lavorare stando sempre dalla loro parte.
Comments:
<< Home
Mi piace che abbiamo avuto la stessa reazione e lo stesso modo di protestare. Penso che la Bindi, vista la parziale, incomprensibile precisazione e rettifica che ha dato alla stampa, abbia ricevuto qualche migliaio di mail che andavano dall'insulto semplice all'invito a lasciar perdere la politica e provare a fare un figlio, così, tanto per ricordarsi che significa essere umani.
http://anellidifumo.ilcannocchiale.it/
?id_blogdoc=1403053
http://anellidifumo.ilcannocchiale.it/
?id_blogdoc=1403053
Sai, io credo che la Bindi, al di là del discorso omofobo in sè, non si sia nemmeno resa conto di aver ANCHE discriminato gli africani. Da un lato, come mi fa notare un amico "esperto" del continente nero, è verissimo che Africa non è ovunque sinonimo di disastri e tragedie. Dall'altro, però, proprio non riesco a capire perchè laddove invece questo binomio esista, un bimbo dovrebbe anche considerarsi fortunato: "Accidenti, l'ho scampata bella! Se mi avesse adottato una coppia gay di Garbagnate Milanese... mioddio, davvero non so come sarei sopravvissuto..."
Sono perfettamente daccordo con te. Visita il mio sito e dimmi cosa ne pensi a proposito della Bindi.
http://sanmolis.blogspot.com/
Posta un commento
http://sanmolis.blogspot.com/
<< Home