lunedì, marzo 31, 2008

 

Fermo immagine

Militari cinesi si preparano a travestirsi da monaci tibetani prima della manifestazione di Lhasa del 20 marzo scorso (Fonte: Peacereporter)


Pare (pare!?), insomma, che i "monaci" in preghiera visti dai pochi giornalisti stranieri ammessi qualche giorno fa in Tibet sotto stretta sorveglianza fossero soldati cinesi travestiti.
Leggete anche il pezzo che segue:

"Rieducazione" per i monaci tibetani, di Federico Rampini (Repubblica)
Si riaprono le porte dei laogai. Per i monaci buddisti tibetani catturati nelle retate di questi giorni comincia un’odissea tristemente nota, la deportazione nei lager cinesi. E’ il trattamento che il regime di Pechino riserva ai seguaci del Dalai Lama dagli anni Cinquanta: lavori forzati, sedute di rieducazione politica cioè lavaggio del cervello, indottrinamento patriottico, umiliazioni e spesso torture. Generazioni di monaci sono passate attraverso queste sofferenze, molti ne sono morti, senza che la Repubblica popolare riuscisse a piegare la resistenza del popolo tibetano. Ma Pechino insiste con i metodi di sempre. Lo ha rivelato il professor Dramdul del Centro di ricerca tibetologica, un pensatoio di regime che si occupa “scientificamente” della questione tibetana per conto del partito comunista. “Rilanciare l’educazione patriottica è necessario – ha detto l’esponente del regime – perché la cricca del Dalai Lama ha manovrato per sabotare lo sviluppo del Tibet e il buddismo tibetano. L’educazione dei monaci serve a contrastare l’influenza di piccoli gruppi secessionisti che tramano dall’estero”. La nuova ondata di deportazioni dei monaci nei laogai viene annunciata insieme con un aggiornamento del bollettino di guerra nelle operazioni contro i ribelli tibetani. Secondo le cifre ufficiali fornite dal governo cinese salgono a 660 i rivoltosi che si sarebbero “arresi alle autorità”, e che saranno giudicati per le violenze avvenute durante la più grande rivolta tibetana degli ultimi vent’anni. Il bilancio delle vittime è stato aggiornato a 19 morti da parte cinese, mentre il governo tibetano in esilio parla di 140 uccisi dalle forze dell’ordine. La polizia a Lhasa ha anche diffuso una nuova lista di 53 “super-ricercati” sui quali è stata posta una taglia. E’ arrivato a Lhasa un gruppo di 26 giornalisti stranieri selezionati dal governo di Pechino, scortati e sorvegliati da funzionari del ministero degli Esteri. E’ la prima volta che dei reporter stranieri vengono ammessi in Tibet dopo l’esplosione dei disordini del 14 marzo. Un cronista dell’Associated Press ha descritto le condizioni particolari in cui si è svolto il loro arrivo e la visita collettiva. “L’autobus dall’aeroporto a Lhasa andava volutamente lentissimo nonostante le nostre proteste. Abbiamo passato tre posti di blocco. Un ufficiale ha spiegato che stavano fermando gli automobilisti solo per controllare eccessi di velocità, infrazioni al codice della strada o il mancato uso della cintura di sicurezza. Davanti agli edifici pubblici abbiamo visto polizia militare in tuta mimetica e con armi automatiche puntate, in stato di massima allerta. Ci hanno portati in visita a una clinica bruciata durante le proteste. La sera i nostri accompagnatori ci hanno sconsigliato di uscire dall’albergo e ci hanno chiesto di informarli su ogni nostro movimento”. Il ministero degli Esteri ha rifiutato di rispondere alle nostre domande sui criteri con cui sono stati selezionati i giornalisti stranieri per la visita “guidata” a Lhasa. Il Foreign Correspondents’ Club of China, l’associazione della stampa estera, ha denunciato questa “visita breve e sotto massima sorveglianza” come un tradimento degli impegni formali presi da Pechino quando si candidò a ospitare le Olimpiadi. L’associazione ha elencato “più di 40 violazioni degli impegni sulla libertà di circolazione”, ha denunciato “varie forme di intimidazione dei giornalisti”, ha chiesto al governo cinese di “permettere a tutti gli altri giornalisti stranieri di viaggiare in Tibet senza interferenze”. I diplomatici non sono trattati meglio di noi. L’Australia, il cui governo laburista ha ottime relazioni con la Repubblica popolare, ha presentato una richiesta formale perché un gruppo di diplomatici stranieri possano andare in Tibet come osservatori indipendenti. La richiesta è stata respinta da Pechino con la giustificazione che il governo cinese non vuole mettere a repentaglio “la sicurezza degli stranieri”.

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La venticinquesima ora

Come forse saprete, nel pomeriggio, scopriremo a chi, tra Milano e Smirne, andrà l'Expo 2015. La cosa, forse, interesserà a pochi ma dà lo spunto a Emanuela Audisio, di Repubblica, per un bel pezzo sulle manovre "dietro le quinte": Olimpiadi, Mondiali, grandi manifestazioni in genere vanno davvero a chi dimostra il "curriculum" migliore? O si tiene conto -cosa vado a pensare- anche di regali, favori e bustarelle?

LA VENTICINQUESIMA ora. Tra la notte il giorno. E' quella più pericolosa, più segreta, più indiscreta. Perché è un'ora di confine, che mette a nudo ambizioni, e alza il prezzo: chi offre di più?
(...)
La venticinquesima ora pesa, ammazza sogni e realtà, scompiglia equilibri e diplomazie. Vive di congiure, di piccoli tradimenti e grandi compromessi. Sposta voti, nelle tenebre: Milano o Smirne per l'Expo 2015?
La 25esima ora ha scippato il Sudafrica di Mandela dei mondiali del 2006 andati alla Germania. E sapete perché? Perché il vecchio Charlie Dempsey, 79 anni, neozelandese, membro esecutivo Fifa, per una vendetta personale rifiutò di votare quello che gli indicava la sua confederazione e scappò alla vigilia dell'elezione. Volò verso a casa in prima classe per un'urgenza personale: una partita di golf a Singapore. Non solo, ma all'arrivo, dichiarò: "Non ho rimorsi". Convincere l'Asia fu più facile: in un meeting segreto venne promesso al coreano Chung Mong-joon, capo dell'Hyundai, che tra l'altro aveva appena firmato un accordo miliardario con la tedesca Daimler Chysler, un appoggio per una sua futura candidatura a presidente della Fifa.
(clicca qui per leggere l'articolo completo)

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sabato, marzo 29, 2008

 

Polonia, Ucraina, Italia... chi dorme di più?

Stanchi dei soliti copiaincolla? Beh, leggete Bianchi, poi ne riparliamo:

L'Italia e gli Euro 2012, la partita davvero chiusa?
Il 18 aprile un'ispezione, forse l'ultima, poi dopo l'estate l'Uefa deciderà: gli Euro 2012 in Polonia-Ucraina sono ancora fortemente a rischio ma come ha detto anche Michel Platini nei giorni scorsi a Repubblica l'Italia che ha fatto? Niente. Ha perso la corsa, un anno fa a Cardiff. Il governo ha stanziato 20 milioni di euro nella Finanziaria per rifare gli stadi: è poco. La Figc se n'è disinteressata, i Comuni pure, il governo non c'è più. Resta a combattere, almeno per ora, Luca Pancalli, ex commissario Figc. Lui ci crede tanto che oggi è a Udine. Ci crede anche Andrea Valentini, ex n.1 del Credito Sportivo, in contatto con qualche club (come l'Atalanta) che ha idee e vorrebbe tanto portarle avanti. La Juve ha intenzione di farsi uno stadio da 40.000 posti al posto di quell'inutile monumento che è il Delle Alpi (costruito nel non lontano 1990, una vergogna...). A Teramo è stato inaugurato un nuovo stadio polivalente, costruito dalla stessa società che ha in piedi un progetto con la Sampdoria. Qualcosina quindi comincia a muoversi, lentamente. C'è ancora tempo per recuperare?

Giusto qualche riga dall'intervista dello stesso Fulvio Bianchi al presidente Uefa, per chiarire la situazione dell'Italia rispetto a Euro 2012:

Di Euro 2012 che ci può dire? Polonia e Ucraina non ce la fanno proprio.
"Non lo so. Abbiamo cercato di svegliarli. Si vedrà fra qualche mese, dopo giugno. L'Italia si fa sotto? Ma che ha fatto rispetto ad un anno fa, rispetto a Cardiff?".
Niente.
"E allora? Non ha gli stadi. Ma non ci sarà, eventualmente, un nuovo bando. Non ci sarebbe il tempo. Deciderò io, con il consiglio direttivo. Noi faremo di tutto perché si giochi dove si è deciso, in Polonia-Ucraina. Però..."
(clicca qui per leggere il resto dell'intervista)

Insomma, il Sudafrica non sarà messo benissimo, per il 2010, ma Polonia e Ucraina stanno anche peggio. E l'Italia? Mah...

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Time of the writer

Una cospicua presenza africana, con artisti venuti da Kenya, Zimbabwe, Mauritius e ovviamente Sudafrica, anima in questa settimana l’XI edizione del Festival internazionale degli scrittori di Durban, anche intitolato “Time of the writer”. Durante il Festival, romanzieri, poeti, editori, ma anche giornalisti e commentatori politici s’incontrano e incontrano il pubblico per scambi di idee. (Misna)
Il festival si chiude domani, peccato. Beh, speriamo almeno di portare fortuna agli amici sudafricani per l'edizione 2009.

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Tibet libero

"L’indignazione per il Tibet non si spegne nell’opinione pubblica internazionale. E costringe i governi occidentali ad aumentare la pressione sulla Cina. Dopo due settimane di silenzio per la prima volta dalla ribellione di Lhasa è intervenuto George Bush. Il presidente americano ha telefonato al suo omologo cinese, Hu Jintao, per invitarlo a “impegnarsi in un dialogo sostanziale con i rappresentanti del Dalai Lama, e a consentire l’accesso in Tibet a giornalisti e diplomatici”. La Casa Bianca ha precisato però che l’America non boicotterà i Giochi. Il presidente degli Stati Uniti per il momento non ha preso neppure in esame la possibilità di disertare la cerimonia d’apertura, un gesto che invece non è escluso dal francese Nicolas Sarkozy". (Federico Rampini)
Non che l'Italia sia messa meglio, in effetti. Grillo scrive: "Il Governo italiano ha calato i pantaloni alla marinara di D'Alema (nessuno pensava che avrebbe fatto diversamente)".
Come dargli torto?
Mah, come dice Crosetti su Repubblica, "è durissima accorgersi che Calderoli e madama Santanchè concordano, ma più ci penso e più credo che in Cina non si dovrebbe andare".
Amen. Peccato non la pensino così anche al Coni.
Sudafrica Duemiladieci, comunque, aderisce all'appello del blog di Beppe Grillo: da oggi, anche qui, troverete il banner per inviare un'email al segretario delle Nazioni Unite (potete cliccare qui "Free Tibet. Stop to the China Olympic Games").
e diffondete l'iniziativa.

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venerdì, marzo 28, 2008

 

La Fifa sospende il Ciad per ingerenze del governo

Zurigo, 28 mar. (Ap) - La Fifa ha sospeso la federazione calcistica del Ciad (Ftfa) da tutte le competizioni internazionali. Il provvedimento è stato preso dal comitato per le emergenze della Fifa in seguito alla decisione del ministero dello sport del Ciad di sciogliere il comitato esecutivo della Ftfa e di creare una commissione alternativa in vista della prossima assemblea generale. "Queste decisioni violano i principi e gli statuti della Fifa - si legge in un comunicato diffuso dalla federazione calcistica internazionale - e in particolar modo l'articolo 17, che garantisce l'indipendenza delle associazioni membre della Fifa". Caw
(Fonte articolo e foto: Apcom)

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giovedì, marzo 27, 2008

 

Morales in serie B

Continua, da manuale, la questione 2500 metri, sempre con Evo Morales in prima linea. Il tempo è quello che è, quindi, copio e incollo:

Il problema maggiore sarà per avversari e arbitro: riusciranno a evitare la sudditanza psicologica? La seconda serie boliviana rischia di essere travolto dal ciclone Morales. Il presidente della Bolivia, in un gesto che ha colto di sorpresa gli osservatori, si è tesserato per la squadra di calcio Litoral, una società emanazione della polizia boliviana.
La sorprendente decisione di Evo Morales rientra nella campagna da lui intrapresa per convincere la Fifa a togliere il divieto imposto agli stadi boliviani sopra i 2.750 metri di altitudine di ospitare competizioni internazionali.
La passione del capo dello Stato boliviano per il calcio è nota. La sua carriera politica è iniziata proprio nel ruolo di segretario allo Sport del sindacato dei "cocaleros" (coltivatori della foglia di coca). Nel corso della sua visita ufficiale a Roma, nell'ottobre 2007, il battagliero presidente boliviano era voluto andare a Trigoria per abbracciare Francesco Totti di cui si è confessato ammiratore. Con la sua maglia numero 10, nel ruolo di centrocampista offensivo, la scorsa settimana Morales ha giocato una partita amichevole insieme a Diego Armando Maradona (nella foto, Ansa).
Morales, 47 anni, si è potuto tesserare per il Litoral grazie al regolamento dell'Associazione calcio di La Paz (Aflp) che prevede il limite dei 26 anni per i calciatori che militano nelle squadre di serie B, ammettendo due eccezioni. Già sabato prossimo il presidente boliviano potrebbe scendere in campo, se l'allenatore lo vorrà, nel primo incontro del campionato cadetto che il Litoral sosterrà con il Deportivo Zuraco.
(Fonte: Gazzetta.it)

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mercoledì, marzo 26, 2008

 

Sudafrica-Paraguay 3-0

I bafana bafana di Parreira schiantano il Paraguay (3-0) in un incontro amichevole giocato questa sera a Pretoria.
Non male, a 804 giorni dal Mondiale. Non male davvero. Del resto, nonostante l'eliminazione al primo turno, gli uomini di Parreira non avevano demeritato nemmeno nella recente Coppa d'Africa in Ghana. Che il lavoro del brasiliano cominci a dare i suoi frutti?
Bene, per ora, chiudo. Domani ne parleremo in modo più approfondito.

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Misna Sudafrica

Tre notizie Misna dal Sudafrica (no, niente Mondiali, per questo post):

TRAGEDIE
Una nonna e tre suoi nipoti, di cui uno su una sedia a rotelle sono morti nell’incendio che nella notte ha distrutto numerose abitazioni in una baraccopoli nei pressi di Gugulethu, nei pressi di Città del Capo; sembra che le fiamme si siano sviluppate dalla casa dell’anziana signora per poi diffondersi con il favore del forte vento. Almeno 500 persone sono rimaste senza un tetto. Domenica altri incendi in slums nei pressi di Athlone e Philippi hanno provocato la morte di un bambino e ridotto in cenere le abitazioni di un centinaio di persone.

I PROFUGHI DEL PLATINO
Trasferiti dai loro villaggi per far posto alle estrazioni minerarie e costretti a vivere in luoghi insalubri: è il destino degli ultimi cinque anni per 20.000 sudafricani nella provincia di Limpopo, costretti a sgomberare dalla Anglo Platinum, sussidiaria locale per l’estrazione del platino dell’azienda anglo-americana Anglo Gold. A denunciare le condizioni di vita degli sfollati è l’organizzazione non governativa 'Action Aid' che ha effettuato analisi delle fonti d’acqua di scuole e agglomerati di case forniti dall'azienda in sostituzione di quelli di origine, accertando che molte sono contaminate da concentrazioni di sali, nitrati e solfati, ovvero acqua non potabile e potenzialmente dannosa alla salute. Si sospetta che le fonti d’acqua siano contaminate dagli scarichi della lavorazione del minerale. L’ong ha inoltre evidenziato i danni socio-economici subiti dalle comunità sradicate dal loro contesto e dalle loro tradizionali fonti di sostentamento. La Anglo Platinum si difende dicendo di aver condotto i trasferimenti seguendo le linee guida della Banca Mondiale e della Camera sudafricana per le estrazioni minerarie. La società è anche criticata per l’alto tasso di incidenti in miniera che costano la vita in media a 20 operai l’anno. Il Sudafrica possiede il 90% delle riserve mondiali di platino, un minerale la cui richiesta è in aumento per l’impiego che se ne fa nell’alta tecnologia e nelle marmitte catalitiche.

L'AZIONARIATO DI COLORE
L'azienda petrolifera nazionale Sasol ha messo sul mercato il 10% delle sue azioni (63 milioni di titoli per un valore di quasi 26 miliardi di rand, pari a 2 miliardi di euro) destinandole ai soli compratori di colore: è la maggiore iniziativa finanziaria per accrescere la presenza dei cittadini neri nell’economia nazionale, da quando il governo ha cominciato una serie di programmi a questo scopo. All’annuncio della vendita azionaria, il titolo della Sasol ha guadagnato il 3% alla Borsa di Johannesbourg; si stima che i beneficiari potenziali possano essere circa un milione. L’idea è di convincere a investire anche fondazioni e gruppi della società civile, come le associazioni femminili, ma i critici sostengono invece che l’operazione possa finire per avvantaggiare solo una ristretta elite economica nera. La Sasol ha annunciato un piano d’investimenti destinato ai sudafricani neri per un portafoglio di circa 19 milioni di titoli azionari preferenziali, facilitando l’acquisto ai 27.000 dipendenti; il valore complessivo delle azioni è di 570 milioni di rand (47 milioni di euro).

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Qualificazioni asiatiche: 0-0 tra le due Coree

Ecco i risultati del terzo turno delle qualificazioni asiatiche a Sudafrica 2010.
Gruppo 1
Cina-Australia 0-0
Classifica: Australia 4, Cina 2, Iraq 1, Qatar 0
Gruppo 2
Thailandia-Oman 0-1
Classifica: Giappone, Bahrain e Oman 3, Thailandia 0
Gruppo 3
Corea del Nord-Corea del Sud 0-0
Turkmenistan-Giordania 0-2
Classifica: Sud e Nord Corea 4, Giordania 3, Turkmenistan 0
Gruppo 4
Singapore-Libano 2-0
Uzbekistan-Arabia Saudita 3-0
Classifica: Uzbekistan 6, Singapore, Arabia Saudita 3, Libano 0
Gruppo 5
Siria-Emirati Arabi 1-1
Classifica: Emirati Arabi 4, Siria 2, Iran 1, Kuwait 0.

Di particolare interesse lo 0-0 tra Corea del Nord e Corea del Sud, sul campo neutro di Shangai, in un match valido per il Gruppo 3. Le due nazionali, che non si incontravano da 15 anni, avrebbero dovuto giocare la gara in Corea del Nord, ma il regime di Pyongyang non avrebbe consentito l'esecuzione dell'inno della nazionale ospite e non avrebbe ammesso la bandiera sudcoreana. Per questo motivo, la Fifa ha scelto Shanghai come sede dell'incontro. Il pareggio a reti inviolate consente a entrambe le squadre di salire a 4 punti, nella classifica del girone, dopo 2 gare disputate.
E un derby, che so, a Durban?

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martedì, marzo 25, 2008

 

Adesso basta

Mi viene da vomitare. E spero capiti anche a voi, guardando questa fotografia. Perchè? Perchè ha ragione Maso Notarianni, direttore di Peacereporter (fino a quando continueremo a credere alle oscene favole che ci raccontano?): "Isaf, Nato, Enduring Freedom? Sveglia, gente. Sono esattamente la stessa cosa: una banda di assassini che vanno a sterminare una popolazione solo perché non ha nessuna intenzione di farsi rapinare del suo uranio, delle sue preziose gemme, dei suoi metalli rari, della sua terra, preziosa perché vicina alla Cina, preziosa perché scorciatoia nel trasporto della nostra benzina.
Noi siamo parte di questa banda di assassini, e solo questo fatto ci dovrebbe garantire - a tutti, sia chi agisce sia chi sta zitto a vedere o a fingere di non vedere - una tremenda maledizione, se le maledizioni fossero cosa reale.
Ci stiamo comportando esattamente come si comportavano i tedeschi durante il terzo reich. Intorno a loro l'orrore, ma meglio fare finta di nulla. Che ci potremmo fare del resto?
Stiamo combattendo i talebani, ci spiegano, perché sono oscurantisti, pericolosi, terroristi. Non fini e colti come quelli che da noi, lo vedi?, alla fine si convertono pure.
Palle. Sono solo palle. E maledetto chi le racconta, maledetto anche chi ci crede. La Nato, l'Isaf, Enduring Freedom, i Paesi che compongono questa santa alleanza, fanno affari ogni giorno con regimi che in confronto quello dei talebani era un faro di progressismo. Proteggono e armano dittatori di ogni specie. Addestrano e organizzano bande di assassini pari loro.

".
P.S. Leggete anche "La Via Crucis afgana", di Enrico Piovesana.

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venerdì, marzo 21, 2008

 

Pagelle

Vi siete mai chiesti con quali criteri i giornalisti sportivi diano i voti ai calciatori? Beh, ora vi risponde Luca Bianchin, sulla Gazzetta dello Sport:

Li avete maledetti, mandati in questo e in quel paese: lo sanno. Perché gli inviati della Gazzetta hanno due certezze: la domenica vanno allo stadio, il lunedì se fanno le pagelle trovano una decina di mail dei Magic appassionati. Che perdono per mezzo punto e scrivono: "ma come si fa a dare quel voto?". Lo abbiamo chiesto proprio a loro, un po' per curiosità un po' per aiutare il Magic manager a capire che non tutto è semplice come sembra.
(Clicca qui per il pezzo completo)

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La Federcalcio e il mistero della lettera da Zurigo


Altro copiaincolla (ma Fulvio Bianchi merita sempre):
La Fifa ha mandato una lettera alla Figc prima della riunione dell'International Board che ha bloccato qualsiasi sperimentazione tecnologica (o moviola in campo). Possibile solo provare i due giudici d'area. Se ne è parlato anche nell'ultimo consiglio federale della Figc: non è ben chiaro cosa vuole Sepp Blatter. E' possibile ancora fare test con il sistema del Cnr sul gol-fantasma? Per ora, è un mistero e la quaterna attuale che passerebbe a sestina (arbitri, due assistenti, un quarto uomo e in più due giudici di area) non convince quasi nessuno. Cesare Gussoni sembra molto perplesso, e anche Giancarlo Abete pare non sia entusiasta. Presto verrà svelato il giallo...
(Fonte: Spy Calcio - logo da Repubblica.it)

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Una partita non fa primavera

Non ha niente a che fare con Sudafrica 2010 (neanche marginalmente, come i post precedenti), ma vi consiglio di leggere questo bell'articolo di Enrico Piovesana su Peacereporter:

Venerdì scorso, per la prima volta dopo sei anni, il Terek FC, la squadra di calcio di Grozny, è tornata a disputare una partita nella capitale cecena. E’ stata battuta 3 a 0 dal Krylya Sovetov, una squadra russa. Ma per i ceceni è stata ugualmente una festa. Soprattutto per il presidente della formazione, che è anche presidente della Cecenia: il putiniano Ramzan Kadyrov non ha mancato di presentare questo evento come l’ennesima dimostrazione del ritorno alla normalità nella repubblica cecena dopo oltre tredici anni di guerra.
(clicca qui per il pezzo completo)

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La Bolivia ricorre al Tas

Fine del trittico "alta quota" (ma dubito sia anche la conclusione della vicenda):
LA PAZ (Bolivia) - La Federcalcio boliviana ha deciso di ricorrere al Tribunale Arbitrale per lo Sport (Tas) di Losanna per contestare la decisione della Fifa di non consentire match internazionali al di sopra dei 3.000 metri sul livello del mare senza almeno due settimane di acclimatamento da parte dei calciatori. "Abbiamo scelto di percorrere tutte le vie legali possibili, il Tas ci sembra la piu' appropriata", ha fatto sapere il presidente federale Carlos Chavez. (Agr)
(Fonte: Gazzetta.it)

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mercoledì, marzo 19, 2008

 

Maradona-Morales 7-4

Come detto, Diego Maradona ha partecipato a un match esibizione giocato allo stadio Hernando Siles di La Paz tra una selezione di ex giocatori, artisti e giornalisti argentini, capitanata dallo stesso Maradona, e la squadra del presidente boliviano Evo Morales (nella foto, i due protagonisti).
La gara si è chiusa sul 7-4 per gli argentini (con una tripletta dell'ex Pibe de Oro) ed è servita a raccogliere fondi per le 95mila famiglie boliviane (oltre 400mila persone) colpite dalle indondazioni.
Non solo beneficienza, però: davanti a 30mila persone, la partita è servita anche da "protesta" contro il divieto della Fifa relativo alle gare ad elevate altitudini.
Morales e l’ex campione argentino hanno anche autografato un pallone che doneranno a Fidel Castro, “il nostro vecchio saggio”.

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lunedì, marzo 17, 2008

 

Maradona e le partite in altura

Secondo quanto riporta Gazzetta.it, oggi Diego Maradona sarà a La Paz per una partitella di calcio con il presidente Evo Morales : lo scopo è quello di sostenere la campagna che quest'ultimo ha intrapreso contro la proibizione della Fifa di giocare in altura.
"Voglio poter dare una mano ai boliviani - ha detto il pibe de oro - Non è colpa loro se vivono in Bolivia".

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giovedì, marzo 13, 2008

 

A presto

Come avrete notato, manco dal blog da quasi due settimane. Ancora un po' di pazienza, sto risolvendo qualche problema "tecnico".
A presto.

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